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Memorie dal sottosuolo

Micol Canton
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Uscito a puntate, nel 1864, sulla rivista "Epocha", Memorie dal sottosuolo, scritto sotto forma di un monologo-confessione, è uno dei più terribili e impietosi viaggi all'interno della coscienza umana della letteratura europea.


“Io sono una persona malata, io sono una persona cattiva”: così inizia il monologo crudele e dissacratore con cui il protagonista mette a nudo “il sottosuolo” della sua anima. E’ uno scavo interiore crudo, rabbioso, condotto con determinazione e lucidità feroci, capace di distruggere la fiducia nella ragione e nella coscienza: l'uomo è vittima
di forze oscure che agiscono nel profondo della sua interiorità fatta di meandri intricati di un sottosuolo in cui albergano impulsi, piaceri, vergogne, dolori che la luce della ragione non sa illuminare e redimere.

La penna di Dostoevskij fonde la bellezza narrativa alla profondità di un saggio filosofico: prima di Freud e prima della psicoanalisi, prima di Nietzsche, Dostoevskij svela la fragilità delle certezze della cultura occidentale, della sua antropologia e della sua fiducia nella scienza esatta.

“Avere coscienza di troppe cose è una malattia”. A più di 150 anni le riflessioni del protagonista risuonano attuali, provocanti, destabilizzanti, di quella vastità universale che possiede un grande classico.

Le “Memorie del sottosuolo” è un'opera fondamentale nella carriera di Dostoevskij: cronologicamente precede i grandi romanzi, concludendo la fase di opere introduttive ad essi; costituisce l' elaborazione chiara e consapevole di quel “sottosuolo” ripreso e presente in tutte le opere successive.

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Questo testo è un gentile contributo offerto dall'associazione Amici della Biblioteca di Limena (Padova), un nutrito gruppo di appassionati lettori che organizza eventi pubblici gratuiti per condividere l'amore per la letteratura. Gli Amici della Biblioteca di Limena credono che la lettura non isoli, ma unisca, non estranei né dalla vita né dalla realtà, ma aiuti a viverla con pienezza e, se possibile, con gioia.

"Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere" ( D. Pennac)